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Arre e il suo territorio


ARRE E IL SUO TERRITORIO
(Prof. Trincanato Francesco)


Il territorio

A 23 km da Padova, nel tratto di pianura tra i corsi dei fiumi Adige e
Bacchiglione, si trova il centro abitato di Arre, piccolo comune rurale del
Comprensorio Conselvano.
Il territorio di questo comune occupa una superficie di kmq. 12,41 e confina da
nord, seguendo il senso orario, con i comuni di Terrassa Padovana, Candiana,
Agna, Bagnoli di Sopra e Conselve.
Il comune ha un unico centro abitato, essendo privo di frazioni; tuttavia, non
mancano abitazioni sparse in tutta la campagna circostante, che presenta un fitto
insediamento.
Il centro abitato di Arre sorge lungo la strada provinciale che da Conselve porta
ad Agna e a Candiana, al suo incontro con l’altra strada provinciale che per
Bovolenta conduce a Padova. Lungo la direttrice est – ovest, il territorio è
attraversato anche dalla superstrada Monselice – Mare, realizzata nel corso degli
anni Settanta.
Il territorio di Arre si estende su una superficie interamente pianeggiante, ad
una quota altimetrica sul livello del mare che varia dai quattro ai sei metri. I
terreni sono di natura alluvionale e presentano una composizione variegata di
materiali (argille, sabbie e torbe), che sono stati depositati nei tempi antichi
dal fiume Adige. L’esistenza di ampie chiazze sabbiose, comunemente chiamate
brusaure e presenti soprattutto nei terreni lungo la strada che da Arre conduce a
Conselve, è una chiara testimonianza del passaggio nel luogo di un antico corso
fluviale.
Il comune di Arre si trova all’interno del vasto bacino idrografico Bacchiglione
– Basso Adige. Si tratta di una zona caratterizzata dalla presenza di suoli
impermeabili, dove l’irrilevante pendenza dei terreni rende particolarmente
difficoltoso il deflusso delle acque. Pertanto, si è resa necessaria nel corso
dei secoli la realizzazione di una fitta ragnatela di scoli e di fossati che
hanno la funzione di raccogliere le acque provenienti dai terreni coltivati.
I due principali canali di bonifica presenti nel territorio comunale sono gli
scoli Rebosola e Sorgaglia, il cui scavo risale ancora ai secoli di governo della
Serenissima Repubblica Veneta, quando nelle campagne del Padovano furono
realizzati importanti lavori di bonifica.
Le condizioni climatiche, morfologiche e idrologiche, sono favorevoli allo
sviluppo dell’agricoltura, in modo particolare della cerealicoltura e della
viticoltura.

La toponomastica

Arre è citato storicamente per la prima volta come Ari in un documento del 30
gennaio 954. In altri documenti medievali compare anche come Ara, Aire e Are.
Tuttavia non si conosce con precisione l’origine e il significato del toponimo.
Alcuni ritengono che il villaggio di Arre fosse stato un insediamento agricolo
romano e avesse preso questo nome dalla Gens Arria, un’antica famiglia patrizia
di Padova. Altri invece ritengono che il nome vada ricondotto alla voce
dialettale ara (aia). Altri ancora fanno derivare il toponimo dalla voce latina
ara, nel significato di “rialzo di terra” o “punta sporgente dalle acque
palustri”.
Sicuramente, conferisce maggiore conferma a quest’ultima interpretazione la
particolare dislocazione del centro abitato, che si trova su un dosso, ad una
quota altimetrica superiore rispetto il piano della campagna circostante, un
tempo caratterizzata dalla presenza di vaste paludi e di fitte boscaglie.
Lo stesso parroco don Antonio Venturato scriveva nel 1887: “Arre non cessa di
avere anche ora le sue paludi, ed a certi casolari di paglia di cui abbonda,
talvolta non si accede, che facendosi condurre in barca”.
Da ricordare infine come la stessa toponomastica locale faccia ampio riferimento
alle caratteristiche del paesaggio agrario (es. Campagnon, Campagnola,
Solchiello, ecc.) e in particolare alla presenza di terreni coperti un tempo
dalle acque palustri (es. Valli, Pozzale, Mardeveie, ecc.).

Brevi notizie storiche

La storia di Arre non è stata segnata da avvenimenti di grande rilievo, come del
resto accade per tanti altri piccoli borghi della campagna padovana.
In età medievale la villa di Arre compare come sede di possedimenti fondiari
appartenenti ad alcuni enti monastici (San Michele di Brondolo, Santa Giustina di
Padova, San Michele di Candiana, ecc.) e a varie famiglie nobiliari (Da Baone, Da
Carrara, Papafava, Capodilista, Sambonifacio, ecc.). Nel corso dell’Ottocento
molte proprietà nobiliari passarono nelle mani di alcune famiglie della borghesia
locale (Garbin, Salom, Scapin, Paviato, Sambin, ecc.).
L’agricoltura è stata fino a pochi decenni fa il settore che assorbiva la grande
maggioranza della popolazione attiva e ancor oggi riveste un ruolo importante
nella vita economica del comune. Vi si produce frumento, mais, soia, barbabietole
da zucchero e uva.
Nel secondo dopoguerra il comune è stato interessato da un notevole flusso
migratorio verso le grandi aree industriali del Nord Italia (Milano, Torino) e
verso la stessa Padova. Oggi, invece, resta diffuso il fenomeno del pendolarismo
giornaliero per motivi di lavoro o di studio.
Arre è stato anche nel corso di questi ultimi decenni un comune prevalentemente
agricolo, con la presenza di piccole imprese artigiane, spesso a conduzione
familiare.
Soltanto in questi ultimi anni il comune è stato interessato dall’insediamento di
un crescente numero di imprese industriali, in seguito alla realizzazione di
un’apposita area lungo la superstrada Monselice-Mare.
Anche se ad Arre mancano edifici d’importanza artistica, sono degni di nota
alcuni palazzi padronali e case tipiche del centro abitato, in particolare il
settecentesco complesso ex Papafava, la neoclassica villa ex Paviato (ora
Capovilla), l’attuale Palazzo del Comune (ex Patronato parrocchiale) e la
neogotica chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta

Antica è l’aggregazione di Arre come comunità cristiana, anche se non esistono
documenti che attestino la data di costituzione della parrocchia, che da sempre
appartiene alla circoscrizione ecclesiastica della Diocesi di Padova.
Titolare della chiesa parrocchiale e patrona della comunità cristiana di Arre è
Santa Maria Assunta, la cui festa si celebra il 15 agosto.
Un’ecclesia Sancte Marie de Are, cappella della pieve di Conselve, è elencata in
una Decima papale del 1297. Questa è la prima chiesa di Arre di cui abbiamo
conoscenza.
Una seconda chiesa, parrocchiale, fu costruita tra il 1662 e il 1696. Fu
consacrata il 14 maggio 1747 dal Card. Carlo Rezzonico, in occasione della sua
visita pastorale alla parrocchia, durante la quale soggiornò presso il palazzo
dei conti Papafava.Essendo insufficiente all’aumento della popolazione della
parrocchia, il 9 agosto 1909 fu benedetta la prima pietra dell’attuale chiesa
parrocchiale, edificata in stile gotico moderno. Inaugurata nel 1925, in seguito
ebbe l’altare della Madonna di Lourdes (1928), il soffitto (1934), l’abside con
il presbiterio e la sacrestia (1938-1939), l’altare di Sant’Antonio e quello di
San Giuseppe (1955), il pavimento (1959), l’altare maggiore (1963), sovrastato da
un grande crocifisso dello scultore Strazzabosco.
La nuova parrocchiale fu consacrata il 25 aprile 1964 dal vescovo Girolamo
Bortignon, mentre la vecchia chiesa fu demolita in parte nel 1924 e totalmente
nel 1938.
Nella parrocchiale si conservano alcune pale sei-settecentesche e cinque grandi
statue marmoree (2 angeli, 2 apostoli, Vergine Assunta), che vengono attribuite
secondo la tradizione orale allo scultore Antonio Bonazza. 

La corte ex Papafava

Esiste ancor oggi ad Arre l’antica corte dominicale, appartenente un tempo ai
Papafava, illustre famiglia magnatizia di Padova e ramo collaterale dei
Carraresi.
Il complesso edilizio è formato da un grande palazzo padronale, a più piani e con
ampio androne centrale, utilizzato un tempo dalla famiglia per la villeggiatura
estiva in campagna. A poca distanza, ma staccate dalla dimora padronale sorgono
le barchesse, dotate di un grande porticato, dove si trovavano i granai, le
cantine, altri magazzini e l’abitazione dell’agente che curava l’amministrazione
dell’azienda.
Nelle forme architettoniche l’intero complesso ex Papafava si caratterizza per la
semplicità e l’essenzialità delle strutture edilizie.
I Papafava disponevano di beni fondiari in Arre già nel corso del XIV secolo.
Scrive a questo proposito Andrea Gloria: “Da tempi remoti vi ebbero vasti poderi
i da Carrara, che nel 1314 pervennero a Rinaldo figlio ad Albertino da Carrara q.
Iacopino detto Papafava, per la divisione fatta coi fratelli Marsilio e Pietro
Conte; i quali poderi nel 1391 spettavano ad Albertino q. cav. Giacomo Papafava”.
Durante il Quattrocento i Papafava disponevano in Arre di un discreto numero di
piccoli appezzamenti, oltre ad alcuni modesti edifici posti al centro della
tenuta: un “cortivo con casa de muro e con teza e cason de muro”.
Verso la fine del secolo XV i Papafava furono impegnati, assieme ai Garzoni e al
monastero di Santo Spirito, in un’importante opera di bonifica e di sistemazione
fondiaria delle proprie tenute, in particolare nel territorio di Agna dove
possedevano vasti beni fondiari. Agli inizi del Cinquecento, per tenace volontà
di Roberto Papafava, l’opera di bonifica raggiunse il momento più felice con la
realizzazione di un solido argine lungo lo scolo Sorgaglia che ancor oggi unisce
Agna ad Arre.
Sempre nei primi anni del Cinquecento, Roberto Papafava costruì ad Arre una “Casa
de muro et Corte, ara, horto et brolo”, una vera e propria dimora signorile al
servizio dei possedimenti annessi, circa 150 campi.
Verso la metà del Seicento la configurazione della tenuta in Arre dei Papafava
raggiunse un assetto definitivo. La famiglia, infatti, disponeva di “Palazzo,
barchesse et altre fabbriche con brolo” e di circa 350 campi, suddivisi in un
discreto numero di chiusure e in alcune possessioni, dotate quest’ultime di casa
colonica in muratura. Tale assetto restò inalterato anche nel corso del
Settecento.
Verso la metà dell’Ottocento i conti Francesco ed Alessandro Papafava possedevano
in Arre circa 88 ettari, compresi un palazzo per la villeggiatura estiva, un
grande fabbricato ad uso agricolo e 11 case coloniche.
Agli inizi del Novecento la tenuta contava ancora circa 250 campi. Vogliamo
ricordare inoltre che nelle adiacenze della corte dominicale fu allestito
dall’esercito italiano, nel corso del primo conflitto mondiale (1915-18), un
campo di prigionia per i soldati austro - ungarici.
I Papafava alienarono i loro possedimenti presenti in Arre nei primi decenni del
Novecento. Infatti, intorno al 1930 l’antico palazzo fu acquistato dal Comune di
Arre e fino agli anni Cinquanta divenne la sede della locale scuola elementare.
Dopo il completo restauro dell’immobile, realizzato verso la fine degli anni
Settanta, il palazzo ex Papafava è stato per circa un ventennio, fino al 2001, la
sede della locale scuola media e della biblioteca comunale.

 

BIBLIOGRAFIA
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Il Conselvano. Storia e immagini dell’edilizia rurale e dei luoghi di culto, a
cura di F. ZECCHIN e T. GROSSI, Battaglia Terme 1982.
F. SARTORI, Guida storica delle chiese e degli oratori della città e della
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